Alle volte ci dimentichiamo che nella vita coesistono infiniti pensieri, opinioni e punti di vista.
Passa il tempo e siamo sempre più convinti che la nostra posizione, il nostro modo di pensare, sia quello giusto, quello migliore, quello perfetto.
Balle !
La vita viene vista vissuta interpretata da ogniuno di noi in modo diverso, unico.
Le infinite sfumature, angoli percettivi, strumenti di condivisione, ci fanno capire che nulla è scontato, nulla è "comune", nulla è uguale.
A maggior ragione, ogni angolo di visuale può ed ha una sua specificità, una sua prevalenza, una sua ragione.
La ripetitività dei nostri gesti quotidiani, la nostra presunta esperienza nelle cose, spesso ci frega, ci erge a giudici, ad "esperti" del vivere o del lavorare o di ogni ambito da noi toccato.
Non è così e non potrà esserlo mai, la visone altrui, del nuovo, del principiante, del non io, costantemente fa cadere le nostre convinzioni, i nostri traguardi.
Non rendercene conto alla fine ci porta all'autocommiserazione, al continuo tendere ad isolarci, vuoi per la troppa autostima, vuoi per l'egocentrismo dilagante.
Poter condividere, apprezzare e non giudicare il punto di vista altrui è, alla fine, il primo passo per tendere alla compassione, alla comprensione ed al rispetto dell'intorno.
Non esiste altra luce che possa illuminare meglio il nostro cammino; lo stupore del bambino che sperimenta il nuovo, il suo nuovo, è l'espressione di energia pura, dell'incontaminato pensiero.
Tornare bambini è ormai troppo tardi, ma sentirsi tali non è mai troppo tardi.