ZEN

Se sei arrivato fino a qui, lo hai fatto per uno di questi motivi: - per caso. - per curiosità. - perchè ti è stato detto. Sono tutti e tre dei buoni motivi, e di questo ti sono grato. Ma ora sono io a dirti se vuoi continuare. Se vuoi vai avanti, comunque vada qualcosa in te cambierà. Nel bene o nel male, in meglio o in peggio; non è questo il luogo dei giudizi, perchè questo per me, è solo un punto di condivisione, dove renderci consapevoli di sè e vivere trasparenti come l'acqua.

sabato 6 febbraio 2010

Nonna Adi

Ciao Nonna Adi.
Persa nella tua memoria, oggi te ne vai senza forse nemmeno accorgertene.
Ti auguro di ritrovare il tuo Renato, ovunque esso sia.

Così ho voluto condividere il saluto a mia nonna che, il 4 febbraio 2010, ha smesso di risiedere nel suo corpo, uscendo dalla nostra vita.
Cosa dire, sicuramente un grande SCUSA, scusa perchè in questi ultimi 4 o 5 anni non ho avuto tempo.... meglio dire voglia o coraggio, per venirti a trovare.
L'unico alibi... l'alzheimer con la sua capacità di annullare la parte senziente di chi ne viene corroso.
Ma non mi interessa! non voglio pensare a questo, voglio solo ricordarla per quello che fu, quando vissi con lei parte della mia infanzia.
Quando il sole dell'estate abbagliava la diga di Grado ed io osservavo dai miei 70 o forse più centimetri, il mondo e le sue mosse, il suo agire.
Recitava, non viveva, recitava (ma nel suo significato più alto e positivo) la parte di una signora, di una di quelle dame di un tempo.
Sempre curata, truccata, attenta al suo aspetto al suo portamento, ma poi spesso un pò maldestra e "sbrodolona", tanto da ricordarmi mia figlia.
Cantava, amava farlo, come amava il gelato, le fredde fette di anguria con i rivoli copiosi che le scendevano dalla bocca.
Era forte nella sua perseverante e distaccata interpretazione della vita.
Spesso come cane e gatto con il nonno si beccava ed ostinata difendeva la sua recita.
Unica, incredibilmente testarda, passava il tempo tra un infilar di perle e gioie o nel ricamo ad uncinetto, cesellando minuziosamente il tempo.
Ora quel tempo è andato e con lui anche la memoria, anzi prima se ne andata la memoria e poi il tempo.
Quel tarlo del suo male ne ha svuotato il ricordo, l'agire e alla fine, il reagire.
Riposa nonna, te lo meriti.
Grazie della tua compagnia, grazie di averci resi participi al tuo "Musical" e al tuo modo di interpretare la vita

mercoledì 16 settembre 2009

Che tardi ! ma torno...

Ma... serve ancora scrivere?
Alle volte lo vorrei fare, altre mi blocco.
Caspita mi sto fottendo il tempo, ci ricasco, di nuovo.....
Il mio io vuole nuovamente impossessarsi del mio tempo e non vuole farmelo vivere, mi incasina la vita, mi disturba la mente.
Sento che rischio di andare alla deriva, di perdere le piccole basi che mi ero ricostruito, le certezze, la stima.
Come me ne accorgo? Semplice, calo di interessi e perdita di rapporti con i miei figli.

Cazzo allora STOP!



Ogni tanto, mente locale, ritrovare il ritmo, cambiare visione; solo così riesco a riportare la mia mente nello spazio che le spetta.
Guarda caso.... scrivo proprio prima di un nuovo viaggio, fatalità? No !
Sono solo in riscaldamento, devo ritrovare i miei tempi... e allora lascio questo appunto, per ricordarmi che se pur tardi, ho sempre tempo.
Ma torno, sì che torno!

giovedì 5 marzo 2009

Montagne di merda

Premetto che non voglio essere volgare.
Nella vita le montagne di merda sono sempre vicine a noi; sopra sotto di lato, non importa, ma con noi.
Lo sono per due motivi, perchè le subiamo da altri o perchè le costruiamo noi stessi.
Se siamo deboli o forti è solo perchè ci accorgiamo di quanto è alta la nostra montagna e allora, se ci misuriamo con gli altri, possiamo esserne felici o tristi.
Molti nella vita si sono impegnati a coltivarla a farla crescere bene e alle volte a gioirne nel viverci dentro...
Altri hanno passato tutta la vita nel tentativo di schivarla, evitarla, ma inutilmente.
Poi c'è chi l'ha subita, chi ci si è trovato dentro.
Come fare a scrollarsela, a cacciarne via le "sgradevoli conseguenze"?
Al solito ! Lavorandoci "sopra".

- Ammetti di esserne circondato
- Verifica da dove (chi) arriva
- Scopri se potevi evitarla o se ne sei causa
- Comprendila (analizzane i contenuti)
- Ripuliscila o consumala

E' una metafora, che non spiego, non servirebbe. Troppo lunga da poter sintetizzare, troppo nota da renderne superflua la spiegazione.
Ciò che importa è, come al solito, capire che ne siamo "parte", ed in tempo, trovare il modo di liberarsene; in tempo per non soffocare.



Io?

Ne ricevo tanta, ne schivo un pò, provo a liberarmene....
Ma torna !
Troppa gente, per stare meglio o credere di farlo, si libera della propria non perchè non ne vuole, ma per alzare il livello di quella del vicino e poi poter dire... sto meglio perchè gli altri ne hanno di più..... Magra considerazione, pessimo risultato, triste miseria.
Se hai un braccio tagliato, non vivere augurandoti che tutti ne perdano uno, ma fatti dare "una mando" da chi quel braccio lo può ancora usare. Vedrai che sarà come averne cento!
L'invidia ed il rancore rattristano il mondo.
La serenità è l'unica meta che ci rende liberi, condividerla ci fa sentire vivi !

Ogni giorno scavo la mia montagna. La difficoltà resta una, fare attenzione che la merda non cada sopra a chi mi sta vicino.

martedì 17 febbraio 2009

Punti di vista


Alle volte ci dimentichiamo che nella vita coesistono infiniti pensieri, opinioni e punti di vista.
Passa il tempo e siamo sempre più convinti che la nostra posizione, il nostro modo di pensare, sia quello giusto, quello migliore, quello perfetto.
Balle !
La vita viene vista vissuta interpretata da ogniuno di noi in modo diverso, unico.
Le infinite sfumature, angoli percettivi, strumenti di condivisione, ci fanno capire che nulla è scontato, nulla è "comune", nulla è uguale.
A maggior ragione, ogni angolo di visuale può ed ha una sua specificità, una sua prevalenza, una sua ragione.
La ripetitività dei nostri gesti quotidiani, la nostra presunta esperienza nelle cose, spesso ci frega, ci erge a giudici, ad "esperti" del vivere o del lavorare o di ogni ambito da noi toccato.
Non è così e non potrà esserlo mai, la visone altrui, del nuovo, del principiante, del non io, costantemente fa cadere le nostre convinzioni, i nostri traguardi.
Non rendercene conto alla fine ci porta all'autocommiserazione, al continuo tendere ad isolarci, vuoi per la troppa autostima, vuoi per l'egocentrismo dilagante.
Poter condividere, apprezzare e non giudicare il punto di vista altrui è, alla fine, il primo passo per tendere alla compassione, alla comprensione ed al rispetto dell'intorno.
Non esiste altra luce che possa illuminare meglio il nostro cammino; lo stupore del bambino che sperimenta il nuovo, il suo nuovo, è l'espressione di energia pura, dell'incontaminato pensiero.
Tornare bambini è ormai troppo tardi, ma sentirsi tali non è mai troppo tardi.


sabato 7 febbraio 2009

non solo ad Ernesto

.
La vita
.
è una opportunità, non è scontata
saperla vivere
.
è ricchezza
.

03/02/09
(pensiero dopo la commemorazione al primo anniversario dalla sua morte)

martedì 9 dicembre 2008

Note di musica

Musica

Se con il colore e la luce ho parlato di dualità del presente (unico), ora tocca alla musica che da semplice suono, se ben “orchestrato”, diventa melodia.

Suoni, rumori, silenzi; ne siamo avvolti. Costantemente “colpiti” da queste frequenze udibili.

Ogni suono, preso per quello che è, ha un suo valore, un senso. Giova o disturba, rilassa o agita, è comunque un qualcosa di percepibile. Quello che poi ne da pienezza è la melodia, l’unione, la sintonia di un accordo, di un “concerto”.

L’uomo è riuscito anche in questo, a dare calore, forza densità ai suoni, generando gioia e musica. Ma così come è riuscito ad unire tante voci, tanti strumenti così, non è mai riuscito ad unire popoli, razze e religioni. I’individualismo non esiste nell’orchestra, ed è per questo che “suona” bene. Tutti sono parte del tutto, il singolo suono è frutto dell’intera orchestra e solo con la condivisione e l’andare a tempo, la musica ci eleva.

La contraddizione è subito dietro la porta, gli stessi uomini che riescono a stare a pochi centimetri uno dall’altro nell’orchestra, gli stessi poi, si infastidiscono se in coda ad aspettare con altri.

Ascoltare la musica è ascoltare il pensiero espresso di chi ci sta vicino; suonarla assieme è la consapevolezza che il vicino è parte di noi. Non tutti amano fare musica, non tutti sanno essere musica, non tutto riescono a sentire la musica.

Non chiudiamoci nei nostri silenzi!

mercoledì 19 novembre 2008

Di chi è la colpa se piove ?


Ma poi, deve essere proprio colpa di qualcuno?

Ogni giorno si trova sempre un motivo, un occasione, per lamentarci o per dare la colpa ad altri su tutte le negatività che ci circondano.
Spesso però, o forse sempre, la responsabilità è di noi stessi.
Perché lamentarci, perché dire che è colpa di qualcuno quando piove, perché pensare che se piove le cose non vanno? Perché?
5, 6, 7, 8 miliardi di persone, ogni una ha i suoi perché e quindi 5, 6, 7, 8 miliardi di domande, di responsabilità, di individualità.
E se iniziassimo a pensare che piove, proprio perché siamo così in tanti? Magari solo perché sudiamo e quindi generiamo vapore acqueo, forse per questo piove?


Tutto ciò che facciamo, ogni cosa che ci circonda, interagisce con noi stessi. Se ne percepissimo la vicinanza ci renderemmo conto di quale responsabilità abbiamo nel vivere in questo mondo.
I figli, la loro educazione, la loro vita è parte di noi; quando non siamo più in grado di “accudirli” o di accompagnarli nel loro cammino, allora la tensione ci assale. Viviamo l’incubo di non sapere come fare, di come mediare e proteggere la loro fragilità. Punirli premiarli diventano soluzioni così vicine che spesso si confondono.
Spesso mi trovo indeciso tra il fare, proteggere e decidere o il lasciare che le cose accadano perché è giusto che accadano.
Come gocce d’acqua in un forte temporale, così la nostra mente è dibattuta, colpita, sommersa da infinite cause, piccole domande, paure, incertezze che la vita ci offre.
Si rischia di annegare, di non farcela più. Ogni giorno, ogni giorno, ogni giorno tutto si ripete ma tutto e diverso, il tempo, la pioggia, il sole, tutto si rimescola e crea nuove condizioni, situazioni che per sottili dettagli non possiamo considerare uguali.
E’ faticoso per chi ci pensa, vivere così è faticoso.
Molte volte mi sono detto, ma quanto più semplice sarebbe non pensare, non vivere da uomo ma essere puro istinto. Anche un pazzo malato di mente, proprio perché inconsapevole del suo essere, potrebbe essere felice del suo essere; proprio perché non ne conosce le metriche ed i meccanismi, proprio per questo, è felice. Purtroppo solo!
Vive nella pienezza del suo essere presente nel mondo, ma senza poterne governare il suo essere mentale. Costantemente l’irrazionale inconscio che è il suo essere, penetra il razionale della vita fisica che è il suo intorno, il tutto senza generare consapevolezza.
Viceversa nel mondo “normale”, la razionalità del vivere il quotidiano penetra nel irrazionale dei nostri pensieri, della nostra mente, trasformando costantemente i punti di vista, le nostre convinzioni; demolendo ogni certezza, portandoci a pensare e quindi spesso a soffrire.
Sono i pensieri e l’incapacità di razionalizzare le cose a portarci alla sofferenza. Lasciarci andare cavalcandone i vortici (mentali e o reali), questa è la condizione che ci permetterebbe di mediare.
Ma è tutto un divenire ed è spesso difficile, forse proprio per questo motivo che i grandi maestri meditavano, avevano il coraggio di fermarsi e di soffermarsi sulla vastità del presente.
Sono forse queste le uniche armi che ci permettono di svuotare i nostri fardelli, la nostra mente.
Mettere a massa ogni cosa, scaricare le tensioni facendole diventare energia, usare la nostra sofferenza per farla diventare gioia pura.
Come lo scodinzolare di un cane che, dopo lunga attesa, incontra il suo padrone e lo ripaga di averlo lasciato solo, con infiniti gesti di amore, inconsapevole di quanto è stata lunga quell’attesa.
La pioggia cade e cadrà sempre, noi ne siamo il frutto e dobbiamo imparare a gioire nel sentirla cadere e bagnarci con essa.

lunedì 27 ottobre 2008

27.10.08 (parte di quella luce, auguri)

La luce, il buio ed i disturbi intermedi.



La vita è una sequenza di eventi, sistematicamente condizionati dal nostro pensiero e dalla visione che questo ci porta. Osservare la vita e le sensazioni che proviamo, sono la parte maggiore del tempo su cui noi ci soffermiamo o per lo meno di coloro che hanno a cuore la conoscenza e quindi la consapevolezza di tutto l’intorno. La luce contiene tutto, il buio contiene la luce, l’energia passa tra questi due estremi omologhi senza resistenze. Noi siamo in mezzo, a disturbare questo eterno passaggio e generiamo il disturbo, o meglio ne vediamo le conseguenze. I punti di vista, le impressioni, le opinioni, il giudizio sono come le cromie generate da un prisma colpito da un fascio di luce neutra. Come la luce si spezza nell’iridescenza dei sui colori dall’infrarosso all’ultra violetto, così la visione della nostra mente sulla vita che percorriamo, accentua o riduce, enfatizza o tralascia ed interpreta la verità. Il buio di chi non ha compreso il senso della vita si oppone alla luce di chi ha condiviso l’esperienza dell’illuminazione, in mezzo tutti gli altri con loro “tinte”, con i loro fardelli, problemi, nelle infinite sfumature che li diversificano. Ma la realtà è altra cosa, è che ogni uno di noi vive la stessa luce o lo stesso buio, ma fa difficoltà ad ammetterlo, perché l’ego ne acceca la sua comprensione, perché l’individualismo fa da scudo alle comuni paure della solitudine dell’essere. I punti di vista, gli abbagli delle illusioni, le non chiare sfumature delle incomprensioni, sono le cause del nostro malessere, della nostra incapacità a convivere e quindi a condividere il tempo, lo spazio che ci accomuna. Ogni giorno la nostra miopia ci frega, ogni giorno tutto ricomincia da capo, la continua ricerca delle soluzioni al nostro benessere, al nostro miglioramento si ripropongono quasi sempre da zero. Raramente si riesce a ripartire dal punto, dalla meta raggiunta. La nostra mente, il nostro carattere che ne è la crosta, ci frega o non si rassegna ad ammettere la verità vera e non percepita del nostro vivere. Ed è in questo momento che le angosce i pensieri ci bloccano. Ma solo la consapevolezza del fluire delle cose, della impermanenza, ci può permettere di gioire anche nel dolore. La visione multi spettrale di questa luce non deve ingannarci, non deve confonderci dal vero, dalla sola unica dualità dell’essere; luce e buio. I confini comuni della stessa essenza; bordi sottili che fanno la differenza, impercettibile ma presente, tra ciò che è la gioia e ciò che è il dolore. Vita.Due facce della stessa medaglia che è la vita, che noi dovremmo accettare per quella che è, e solo quindi, assaporarne le infinite sfumature, gli infiniti colori che offre. Più e meno, uomo e donna, vita e morte, la dualità dell’unico universo. Quando avevo dieci quindici anni o giù di lì, non ricordo bene, dibattevo inconsapevole con mio fratello di queste cose; non ne conoscevo la portata ed il peso influente che esse hanno, ma ne percepivo le forme non capendo come queste potessero sussistere. Immaginavo l’universo, l’infinito come due gradi sfere che si compenetrano simultaneamente, ma non è capivo l’origine, la funzione ed il senso. Ora ne comprendo il significato, ma con difficoltà riesco ad esserne parte a mantenerne la vicinanza, la compagnia e quindi il sollievo. Questo è l’unico esercizio possibile, la meditazione e la pratica. Comunicare questo è l’unico bisogno di cui sento la necessità, non so il perché ma ne ho bisogno. Un giorno, vorrei che i miei figli fossero cosi vicini a me da capirmi, così come un giorno vorrei poterli capire prima di sbagliare. Vedere la loro luce, bianca o nera che sia, e gioirne senza volerla distorcere nel giudizio.

venerdì 24 ottobre 2008

24.10.08 (continua)


Forse non l'ho detto, ma tra le tante cose che ho passato nel mio recente trascorso, c'è stato un altro viaggio. Sempre ad ovest, nuovamente in America


Questa volta in California, la free california, il paese del sole delle spiagge del surf dei senza tetto delle tette... un paese che per fortuna ho vistato prima di questa cazzo di crisi della "economia virtuale"! Che palle, che schifo dover mettere in crisi un mondo solo perchè pochi, sempre quelli, pseudo ricchi hanno provato a speculare su tutto e tutti e poi noi, medi, a doverli aiutare con i soliti sacrifici e con il futuro che ci sfugge.
Ripeto, per fortuna l'ho vista con la mente libera da questi casini.
Bella, molto; e come al solito piena di contraddizioni. Una terra ancora ricca di risorse, con città stupende, enormi ma così facili da vivere (per un turista ovviamente).
E' inutile, viaggiare è camminare insieme al proprio presente, ti porta ad essere vivo e ti libera ogni angolo di cervello, lo lascia respirare.
Tutti quei brandelli di crudi ricordi, le ferite, le tristezze, tutto viene ripuliti dalla voglia di scoprire, di vedere.
Solo ora, solo da pochi anni mi sento vivo.
Oggi, seduto qui a scrivere con vicino il mio cane che dorme e i miei bimbi a letto, stanchi, mi basto, non mi chiedo più di tanto. Vivo, e questo per me è già tanto!
Sembra assurdo, ma non bisogna dare per scontato neanche questo, nessun attimo.
Ieri, tornando dal lavoro, riverso nella galleria che percorro ogni giorno un corpo, un uomo, un attimo e il suo scooter l'ha tradito, o forse è stata la vita a farlo, a lasciarlo lì, morto. Un attimo, una vita, via.
Ecco, questo è vivere, è essere tutto tra il nulla ed il nulla tra tutti; non abbiamo mai tempo per fermarci per riflettere, solo impegni, scadenze, pensieri.
Il viaggio, non solo in america, ma anche fuori porta, vicino o nella mente, solo il viaggio mi permette di riflettere e di sentire la mia presenza nel mondo.
Alle volte è strana questa sensazione, ti porta sollievo è strana, una volta non me ne rendevo conto, percepivo la meditazione od il pensare solo come momento di distacco da tutto e tutti, alle volte mi sembrava quasi triste. Isolarsi era un rifugio o forse una fuga, oggi fermarsi a riflettere o camminare e guardare è appagante è pura energia.
Ma come tutti, anch'io vivo la vita reale quella del presente dei desideri delle aspettative, dei cambiamenti (che in realtà sono cicli, perchè poi tutto torna).
Eccomi, un pensiero, la voglia di lasciare il lavoro che ho perchè incapace di essere sereno, perchè stufo di faccie, musi, ipocrisie, di gente che non ho mai sopportato e che pensavo di digerire solo perchè era giusto farlo. Ma io sono io e mi è duro ingoiare tutto questo senza poter alle volte dire basta.
Ho cambiato spesso, forse troppo spesso; ho cambiato moto, auto, lasciato moglie e vita passata, lavori, perso amici e tanto ancora. Perchè?
Perchè non riesco ad essere grato, sazio, appagato?
Ci casco, ci torno, che fregatura il carattere, l'io. Ne siamo schiavi, domare la nostra ansia, sete, voglia, è tanto dura.
Ma poi? ha senso? Forse fotternese è meglio.
E' vero!
Andiamo avanti e stiamo a "sentire" cosa ci arriverà, o meglio cosi "ci faremo".



Oltre alla porta, a quella porta che ci separa dal mondo del pensiero al mondo del reale, quello che noi pensiamo sia "il vero".

Notte a voi, notte ai bimbi, notte al cane, notte.

martedì 3 giugno 2008

23.05.2008 (Chi entra e chi esce)


Sempre più di rado, sempre meno frequente, ma sempre più intenso è il mio comunicare.
Se ne và la moto ed entra un auto.... Incoerenza? No, pura necessità.... i figli, ricordate? i figli hanno anche loro dei diritti. Se non altro di potersi spostare, quindi MT-03 ciao, e ben arrivati auto e scooter.
Ma le novità non finiscono, arriverà un nuovo e fedele compagno.... anzi è una femmina CILIEGIA, tutto qui!
Presto, dopo queste note di "servizio", presto dicevo mi aprirò di nuovo, perchè il mio percorso la mia pratica continua!
Non perdiamo mai il tempo, non perdiamolo mai.



lunedì 28 gennaio 2008

28/01/2008 (un anno in più)

Non sono morto, non sono sparito, non mi sono dimenticato di... me stesso.
Ho (come al solito) vissuto. Sì, perchè se non vi ricordate bene, vivere impegna, quando si vuole vivere la propria vita e non farsela vivere, impegna e ti rende vigile.
Io, che non sono ancora "consapevole" di tutto, ho ancora difficoltà a far scorrere l'acqua (ad essere acqua) e allora mi assento da questo mio spazio virtuale ma presente.
Non ho voglia di fare il riassunto del tempo passato, ma voglio solo scrivere momenti e sensazioni.
La vita, con l'età ti porta, mi porta ad apprezzare le cose in un modo diverso, forse più intransigente ed esigente, ma al tempo stesso più vicino alla realtà delle cose, a quella realtà non di parte o interpretazione delle proprie idee, ma quella realta "grezza", quella cruda in interpretabile perchè smaccatamente vera, dove non resta che dire "è così e basta".
I figli tornano sempre nei miei pensieri, nei tempi in cui, per scelta di vita, non li vivo.
Aspetto impaziente il giorno che potranno capire e vivere quello che vivo io, aspetto non ho fretta, ma ne ho tremendamente voglia.
Nel frattempo mi riempio la vita si sensazioni di cose che mi diano quel senso di pienezza di densità.
E allora viaggi, viaggi in programma, uno tra poco e poi un cane, sì proprio così, non mi basta incasinarmi la vita con figli miei e non miei, con famiglie allargate e quant'altro, ora, in previsione anche un 4 zampe da vivere...... Presto anche questo, un cucciolo che "saturi" ogni più nascosto o dimenticato momento di pausa, perchè anche i secondi vanno riempiti, tutto deve essere vissuto.
Esagero? Non lo so, ma mi va di provare una esperienza di dare e avere, diversa da quella di un figlio, dove i ruoli sono abbastanza consolidati e "facili" (per modo di dire), dare tempo per ricevere amore, spontaneo unilaterale, quel rapporto, quel modo di essere di un animale che si trova un "padrone" pur non avendolo chiesto, ma che poi diventa un rapporto indivisibile e profondo. Dove le parole non sono il vero mezzo per capirsi, dove nessuno dei due può esprimersi con concetti per essere capito, ma soltanto con i gesti con la mimica del viso, del corpo o con un semplice sguardo.
Tutto questo arriverà e sarà l'ennesima prova, una crescita spero, un dare ancora di più.
Nel bene o nel male, anche questo è vivere. Condividere con chi ti sta a fianco cose, tempi spazi.
Amo la vita anche se alle volte può sembrare uno schifo, la amo perchè viverla è anche coraggio!

mercoledì 27 giugno 2007

21.06.2007

GRAZIE
MAESTRO

domenica 13 maggio 2007

05.05.2007


- Caspita! È passato così tanto tempo?? Da quasi 9 mesi che non comunico… che non verbalizzo.In nove mesi… si può far nascere un bambino (che bello!), in nove mesi cambia il mondo, e io ? Bene, non devo farvi il riassunto della mia vita, ma una cosa ve la devo, se non altro per quei 10? 30? 100? che sono passati di qua e che hanno condiviso tutto ciò.
Prima di tutto… tu sei con me! e… ancora più importante, IO sono sempre con ME, alle volte lo ammetto sono un po’ fuori di me, ma vivo la mia vita il mio se, con la consapevolezza che un tempo avevo sopita.
Bene, stò bene! tutta la merda in torno resta lì, alle volte mi condiziona, ma riesco a continuare, con forza e con la voglia di vivere.
Il grazie è sempre a quelle 3, 4, 5 cose e persone che mi sopportano e che, quando scremi e cerchi di sintetizzare a pochi amici affetti, loro sono sempre nella lista; stanno sul palmo della mano…. 5!, non è che gli altri, mamma e papi, etc.. non contano, semplicemente, vivendo, questi 5 sono quelli che sento di più quando mancano.
Novità dicevo.. novità! Un grande ritorno, la voglia di viaggiare, di vedere, di essere parte del tutto, quando si è il tutto.


New York ! Manhattan


Ecco il mio ultimo viaggio. Fantastica, nella sua vastità mi è parsa piccola, facile molto più “umana” di …. per esempio, Milano. Cinque giorni di camminate, di visite, di scoperte, di cibo, di incontri, di freddo, sole, vita….Fantastica esperienza. Ecco, questa è la vita! Settimane al lavoro e poi ogni tanto la fuga dentro a noi stessi, la ricerca della serenità, un giro in moto, il sorriso dei figli, una passeggiata con chi ami… e tutto si placa, e tutto attorno sparisce.
Tutto quello che cerco è questo, è già qui, devo solo volerlo vedere, volerlo sentire, ricordarmi che esiste, che esisto!
Ecco cosa mi danno questi 5 “compagni” di vita, mi ricordano, quando mi perdo, dove è la strada, cosa e perché ti dà la gioia. Sono la mia vita o meglio lo specchio, l’immagine di me quando non mi trovo, non mi basto. Grazie!
Ma non è finita qui... dopo 8 mesi in una piazza, in una casa, ora un'altro trasloco, un altro viaggio!... Si cambia casa di nuovo, per i bimbi, per me, per noi.... Vicini, torno vicino al mio passato, al mio rione, ai ricordi.... Si torna per andare avanti!
Viviamo nel risveglio!, Ogni giorno deve essere un risveglio, riscoprire e vivere questo piacere.... il vivere con "il tutto", quello che ti da, buono e cattivo, bello e brutto, ma nel sorriso, come e sempre nel sorriso di un bambino che ogni giorno scopre ciò che ha dentro di se. Ciao, a presto.

24.05.2006


- Ciao nonna, ancora un attimo, un attimo per dirti ciò che provo.
Te ne sei andata, ma in realtà per me sei tornata, sei ancora più presente dentro di me. Ho voluto vedere il tuo volto quando ancora stavi stesa su tuo letto, appena morta, con la bocca rimasta aperta gli occhi chiusi ed il volto segnato dall’ultimo sospiro di dolore. Ho sentito il bisogno di essere lì, quella sera (22.05.06), calda, a farti compagnia stando vicino a tua figlia e nell’attesa dell’arrivo di mio padre, per dargli il “cambio”, per passargli il testimone o meglio la testimonianza della tua vita, che in quel momento lasciava il tuo corpo. Ora questa tua vita la sento entrata dentro di me, nella mia mente nella mia memoria e in tutte quelli di chi ti ha conosciuto. Eri uno "strumento", un "attrezzo" sempre pronto, lì da sempre, da "usare". Si poteva contare su di te, sulla tua presenza, sempre; in tutte le feste dei nipoti volevi esserci e con orgoglio stavi seduta a guardare, nipoti, pronipoti, i nostri amici. Eri così spontanea e semplice che tutti provavano piacere a parlare con te. Dovrei dirti tante cose ma è impossibile, non avrei tempo a sufficienza per farlo. Forse un giorno ci incontreremo di nuovo e nella calma dell’eternità torneremo a parlarci, magari in compagnia di tutti quelli che abbiamo amato, seduti sul ciglio della strada, la strade dei mie figli, la loro vita e quella dei nipoti che verranno.
Ma ora le parole svaniscono e voglio godermi questo momento pensando a te, nel silenzio della mia mente.Ciao Antonia.

13.07.2006



- Sono tornato!!!! il risveglio.... ora sono sul cammino che ho cercato che ho voluto, ma che non vedevo; era addormentato nel mio io. E passato del tempo e tante cose sono mutate in me. Ora sò cosa voglio, cosa sento; è la vita con te. La tua vita la stò vivendo, ne faccio ormai parte e ciò che mi dispiace e che ci vorrà del tempo perchè tu sia nella mia, completamente parte della vita che io vivo. Ma sò ciò che voglio, essere parte di voi. Mi stai dando tutto, tutta te stessa e tutto ciò che cerco... vorrei essere lo stesso, ci provo. Quando capirete e proverete ciò che si prova quando ci si risveglia nella passione nell'amore nella gioia di condividere se stessi con chi vi appaga, allora capirete cosa provo e come ogni cosa che ci circonda è parte di noi. Bella o brutta, forte o debole, non importa è tutto parte di noi, perchè è sempre stata in noi, dobbiamo solo sentirci parte. Svegliarci e vedere sentire provare amare vivere. Non è difficile, basta solo volerlo…. Placando o dominando il nostro carattere e farne uso, così possiamo “passare il tempo”, andare oltre.
Ma ora ci sei e non ho intenzione di lasciarti andare, voglio viverti fino in fondo, fino a quando lo vorrai. Sembrerà sdolcineria, romanticismo, o altro… non giudicate non serve, vi dico io cosa in realtà è… è la pura realtà, l’evidente trasparenza di cosa è in me, nella mia mente. E pensare che visto da biologicamente lontano, tutto ciò sono solo degli impulsi elettrici tra neuroni, cellule, cervello, attimi che per noi in realtà sono, la percezione, la sensazione di esistere.
Grazie a chi in questo cammino mi accompagna, grazie a chi in questo cammino mi ha ascoltato, grazie a chi da questo mio passaggio ha trovato qualche cosa, grazie al tempo che mi permette di essere, grazie hai miei figli che sanno aspettare il mio ritorno.
Ancora una volta ho voluto lasciare una traccia del mio cammino; perché? Per dire “ecco sono passato, e se vuoi puoi percepirne il mio piacere… se te ne accorgi, se lo “vedi”, ne sentirai l’intensità, il suo calore, usalo!”. Per te.; :-).

16.05.2006


- Follia o desiderio, ragione o sentimento? Ormai è da tempo che hai capito questo mio viaggiare. Alla ricerca di se e di tutto quello che dà vita. Ora un sogno che spesso mi appariva e presto svaniva, quel sogno oggi è qui, con me. Pronta per uno dei miei viaggi, l'MT-03, una moto, la mia moto! da subito innamorato di ciò che essa significa, libertà! Non giudicare il gesto, ma pensa piuttosto al significato, il miglior mezzo per viaggiare. Ora potrò farlo anche con il corpo, fisicamente e non solo con e dentro la mia mente. E ciò che vorrei e farlo con te, viaggiare insieme a chi ama la vita e ha capito ciò che provo ed è disposta a darmi ciò che voglio. Mi stò muovendo, allontanando, lasciandomi andare... prendimi stò per arrivare. Non credere che stia correndo, in realtà ti stò solo amando.

11.04.2006


- Satori, risveglio. Ogni giorno è un buon giorno. Questo è lo spirito giusto, questo è quello a cui dobbiamo tendere, per cui dover lottare, perchè il ieri non sia presente nell'oggi, ma le cose cambiano, cambiano sempre. Non si può vivere nel pensiero, ma si può vivere la vita, si deve vivere! E allora è liberando la mente da tutti i pensieri che si riesce a capire quanto bello è vivere, comunque. E allora ogni giorno è un buon giorno.

13.05.2006


- Serenità, è quello che ho in mente di trovare, ritornare a provare il piacere di essere di fluire. Chi mi stà vicino alle volte soffre perchè pensa che io non sia sereno. In realtà è perchè per troppo tempo ho avuto paura di essere me stesso e di buttarmi nel futuro, nelle cose che ho sempre voluto ma che non prendevo, per la paura del giudizio del confronto. Oggi mi rendo conto che ho perso tempo, perchè quando le cose le senti le provi le desideri, la cosa più bella da fare è buttarcisi dentro e viverle, senza analizzarle al punto di smembrarle, ma semplicemente assaporare ciò che ti offrono, che ti danno. Oggi voglio questo e se a te sembrerà futile, inutile, superficiale... non mi interessa, perchè io mi sento di voler vivere così, assieme a chi ha capito nel profondo cosa cerco, per poi "darmi". E i figli (?) dirai. I figli spero di riuscire a farli crescere comunque, forse un pò più da lontano, ma con più vita più cose da spiegare, da vivere con loro. Quando arriverà il tempo, quello giusto, sapranno perchè io vivo così. Gli amo, ma in un altro modo, spero capiranno. Oggi sei tu che voglio e sei solo tu che lo sai, come e quanto lo voglio.

07.04.2006


- E’ inutile trovare la soluzione della vita, perché la vita è fluire è divenire, non si ferma. E’ vero, è come l’acqua di un ruscello di montagna che senza una forza apparente supera ostacoli impensati, rimodellando e adattandosi alle asperità trovate. Beh la mia vita è questo, sono arrivato al punto di non ritorno, quando un risveglio ti ha stravolto dentro; quando ogni cosa non ha più forma e aspetta di essere rimodellata. Purtroppo tutto ciò stravolge tutto e tutti coloro che ti sono vicini, che sono o erano legati a te. E di questo si soffre, ma tanto da farsi schifo, da vomitare. Reagire, certo è quello che si può fare, sacrificarsi a cosa ? quando sei tu stesso a non sopportare ciò che sei diventato, come puoi sacrificarti se sei proprio tu che dovresti essere salvato?. Oggi non lo capisco, forse un giorno rivivrò questi momenti da persona più serena. Lo spero. Ma quello che ho paura e che tutto ciò avrà avuto un costo così alto da rendermi solo. Ma cosa si può fare? Forse avere il coraggio di fuggire i desideri? Ma è coraggio questo o è solo l’alibi per non aver vissuto. La fede la religione che mi hanno insegnato e in cui credo o dovrei dire credevo, mi direbbero di non cedere, di sopportare questo “sacrificio”. Ma la mia mente è già oltre, è già acqua, scorre. Chi leggerà questi miei pensieri non so se capirà il perché di tutto ciò, o il perché si può arrivare a questo; forse si chiederà se sono “normale”, ma a me non importa, non importa se per questo ci sarà un giudizio un commento. Quello che so è che così si stà da cani e io voglio uscirne, andare oltre. Perché veramente non mi appaga più. Ipocrita? Debole? Senza anima? Non lo so… so solo che vorrei star solo, nella ricerca di rigenerarmi; ma è dura perché ci sono i figli, perché deboli non debbono subire tutto ciò e allora, resta il sacrificio per loro? Ma che cazzo di vita avrebbero con un padre che non ha più un suo centro, una sua serena visione di quello che la vita è. Oggi ci penso e soffro, circondato da illusioni, desideri, attrazioni, dubbi, rancori, rimorsi….ma con l’unica consapevolezza che vivo un disagi, enorme.

30.03.2006 (dopo una sosta "costretta")


- Un viandante, è forse questo che sono? Quello che è certo è il passaggio in questa vita; ciò che è certo è il tempo di questo percorso, sempre lo stesso uguale per tutti, dalla nascita alla morte. Ciò che cambia è la vita, con le sue tappe, soste volute cercate o alle volte costrette. In queste soste il viandante impara, in queste soste il viandante insegna, in queste soste il viandante medita e liberandosi dai pensieri ritorna principiante e riparte per la stessa via e per le altre soste. Non è importante quante volte ci si ferma e si riparte, non è importante quanto tempo si cammina e quanto si sta fermi, ciò che è importante e essere consapevoli di farlo, di esserci in questo presente, né più indietro né poco più avanti; qui!

02.05.2005


- .... Sciare è bello, forse perchè nel farsi trasportare dalla gravità si può decidere in ogni istante la pendenza le curve giuste che ti và di prendere. Allo stesso tempo la paura di cadere alle volte ti frena, ma subito ti rendi conto che non puoi sciare se hai paura e allora ti butti ancora più convinto, perchè quando cadi, il dolore della caduta svanisce dal piacere di rialzarsi e dire "io continuo". Questo è ciò che intendo per "piacere della vita" è sentire il crepitio della neve di una pista appena battuta che anche domani sarà così ma che potrai interpretare in un altro modo, perchè sei solo tu a scegliere come. Sciare da soli di mattina presto è ancora meglio, ti piace vedere gli altri che come te vogliono farlo, li senti li vedi e sai che ciò che provano è quello che provi tu, il piacere di essere lì a vivere solo il presente. Se nel leggerlo mi hai giudicato, non dirmi mai quello che hai pensato, è l'unica cosa che sono sicuro di volere. L' ho scritto in questo istante, per il puro piacere di farlo, niente di più.

26.01.2006 (leggendo "Il pane e lo Zen")


- Poi con il tempo ti fermi a guardare, perchè hai deciso di no sciare, perchè in questo nuovo istante ti appaghi anche con il ricordo, il ricordo di quando scendevo con tanti dubbi, la fiducia (fede) di farcela, grazie alla determinazione. Oggi ho sentito, mi è stato mostrato, il significato di ciò che provavo ma non sapevo di avere. Forte! che sensazione strana, un koan... l' ho capito? è questo ciò che si prova?...allora provateci, date una risposta anche voi a questo...: "Come proseguire oltre la cima di un palo alto cento piedi?"... trovate in voi la sensazione che lo rappresenti, che vi illumini.

24.01.2006 (dopo un caso di meningite a scuola)

- Avrei voluto scrivere del dolore immenso che ha vissuto la famiglia, vedendo sciupata dal destino la vita del loro piccolo, colpito da una malattia che nessuno vorrebbe conoscere. Avrei voluto scrivere sulle paure dei genitori che, come me, vivono in apprensione per la salute dei propri figli, compagni di scuola di quel piccolo. Avrei voluto scrivere della tensione e del rammarico del direttore scolastico che, con il fiato in gola, vive questi giorni nella paura di aver sbagliato scegliendo di non informare tutte le famiglie.Ma non è questo il momento, non è il momento dei rancori, non deve essere il momento delle polemiche, non deve essere il momento del solo pianto di sconfitta o del dolore di chi si arrende.E’ il momento di riflettere, di condividere e di rendersi consapevoli di noi, di quello che oggi siamo, senzienti e quindi capaci, se onesti, di vedere dove sbagliamo. Troppo attenti al proprio “io”, troppo sicuri di noi stessi, rivestiti di desideri ma vuoti di contenuti e pieni di paure.Sì paure, perché ciò che è accaduto ha risvegliato i timori più nascosti ma al tempo stesso i più naturali,i timori della morte, del dolore o della sofferenza. Tutte cose che ci piace vedere alla televisione nei vari “reality” perché mediaticamente lontane. Sensazioni tenute distanti da noi da quel sottile spessore di vetro della TV, vetro che vorremmo ci proteggesse e che ci facesse credere di esser immuni.Ed invece, BANG! Come un pugno la realtà, che in ogni momento è presente attorno a noi, diventa la “Nostra realtà”; BANG! Come bambole di pezza cadiamo a terra e cerchiamo l’aiuto dei vicino, dell’esperto, di quello che non abbiamo mai voluto interpellare perché convinti di sapere già tutto.E allora?, via alle telefonate, alla ricerca di sapere di trovare il modo di recuperare il tempo perduto, di riacquistare la conoscenza, l’informazione.Patetici, sì siamo patetici; inutile lamentarci sempre, di polemizzare su tutto e sulla riforma Moratti e sui tagli alla sanità e su … eccetera eccetera.Inutile, perché basterebbe solo la buona volontà, dedicare, regalare un paio d’ore della propria vita per informare, condividere, sapere.Qualche dottore che offrisse la sua disponibilità, un paio d’ore, a partecipare ad assemblee scolastiche per fare e dare “l’informazione di base”, sulla prevenzione e su come comportarci e cosa fare in questi momenti che pensiamo essere solo incubi lontani o appartenenti agli “altri”.Basterebbero poche cose, ma tanta volontà da parte di tutti.Ma è difficile, difficile dare tempo o meglio prendersi i giusti tempi; lo vedo ogni giorno, quando accompagno la mia bambina a scuola. La porto fino alla scalinata e aspettando che entri, vedo arrivare di corsa, giù per la discesa, bambini soli, con zaini pieni, bambini spesso in ritardo ma “grandi” troppo in fretta! Carichi di libri ed inconsapevoli di esser carichi di responsabilità che non dovrebbero avere, perché ancora e pur sempre bambini. Spesso li vedo scivolare giù per la discesa, inciampare e rialzarsi da soli, come bravi “ometti” ma dai visi spauriti.Fermiamoci!! Fermiamoci di più; non lasciamo che i nostri “doveri” prevarichino l’amore verso i nostri figli; perché, come la triste cronaca di questi giorni ci ha fatto vedere, basta un attimo e tutto svanisce.I nostri figli sono la nostro vita che continua, il futuro, le nostre vere aspettative. Fermiamoci a riflettere.Un giorno mia figlia mi chiese, “papà perché viviamo?” ed io rimasi ore, anzi giorni, senza saperle dare una risposta. Poi riflettendo mi sforzai di trovarne una, sincera.L’unica risposta che mi appagò realmente, fu pensare che la vita è … viverla!, è dare vita perché continui in qualcun altro, è farla continuare perché se no, non avrebbe senso viverla; E’ avere il coraggio di ricrearla e di salvaguardarla nei nostri figli, garantendo loro il futuro ed il tempo per viverla. E’ rispettare chi ci circonda e vive insieme a noi.Non ho voluto ancora dirglielo, perché ho paura, o paura che sia troppo piccola, o paura di farla crescere troppo in fretta e allora….Continuo ad accompagnarla a scuola, tenendola per mano, sforzandomi di farla arrivare puntuale pur sapendo che sarò io a fare tardi al lavoro; ma non mi importa!Viviamo i nostri figli fino in fondo, perché è giusto e perché non dobbiamo mai doverci trovare a vivere con il rimorso di non “averli vissuti” fino in fondo.

19.01.2006 (ma è da sei, otto mesi che ci penso)

- Connessione, Comunicazione, Comprensione, Condivisione, Consapevolezza; sono forse questi i mezzi per vivere assieme e sono forse questi i passi che il progresso tecnologico stà facendo. Oggi siamo arrivati alla Condivisione, la fase più difficile. Dopo... la Consapevolezza ci illuminerà e solo allora capiremo di esser sempre stati ciò che non vedavamo.

19.01.2006 (dopo il blog di mio fratello)

- La vita non l'hai voluta, ti è stata donata; ciò che ci resta da fare é capire come restituirla a chi abbiamo voluto far vivere.

19.01.2006 (oggi ho iniziato)


- Zen, è la via che ho deciso di percorrere. Riuscire a capire, a vedere ciò che in "sè" tutti siamo. L'infinita solitudine dei miei pensieri che cercano l'analogo in tutto ciò che è colmo di vuoto.